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    TIM vuole attivare gratis l'ADSL su tutte le linee solo voce. E chi ce l'ha già, va avanti a pagare

    TIM vuole attivare gratis l'ADSL su tutte le linee solo voce. E chi ce l'ha già, va avanti a pagare

    TIM ha predisposto un piano per regalare la connessione ADSL a tutti coloro che hanno una linea solo voce. Nessun vincolo, nessun costo e modem libero. Ma i limiti dell'idea sono tanti, a partire dal fatto che fa passare per cretini quelli che l'ADSL ce l'hanno già e andrebbero avanti a pagarla senza sconti.

    TIM ha chiesto all'Autorità di valutare un'iniziativa finalizzata ad ampliare le opportunità di partecipazione alla vita sociale ed economica attraverso la didattica e il lavoro a distanza anche alle fasce di utenza meritevoli di speciale tutela

    L'iniziativa prevede l'abilitazione alla navigazione ADSL, senza costi per l'utente, per le linee di accesso su cui è attiva l'offerta TIM "Voce"

    È un progetto quasi "segreto", che non ha certamente goduto degli onori della stampa. Ma TIM, in questi mesi di emergenza Covid-19, ha messo a punto un piano per trasformare tutte le linee telefoniche solo voce in ADSL e ha conseguentemente chiesto ad AGCOM via libera per un'operazione che andrebbe a toccare il cosiddetto "Servizio Universale" di telecomunicazione. Si tratta di circa 500mila utenze che ancora hanno solo il servizio voce su rame e non hanno mai attivato una linea ADSL. Questi clienti, secondo il piano TIM, beneficerebbero della connessione a Internet senza sostenere alcun costo, salvo la necessità di acquistare un modem o sul libero mercato o, più probabilmente, visto il target di utenza certamente non digitalmente alfabetizzato, direttamente da TIM.

    Questo beneficio della linea ADSL si attiverebbe automaticamente (basta che il cliente colleghi il modem e va) a tutti coloro che alla data del 15 maggio 2020 avevano la connessione solo voce e resterebbe indefinitamente attivo sulla linea, almeno finché il cliente mantiene attivo l'abbonamento. Da parte sua TIM si impegnerebbe a svincolare questa iniziativa da vincoli specifici di permanenza, salvo ovviamente - immaginiamo noi - gli eventuali meccanismi di velato lock-in legati ad un eventuale pagamento a rate del modem. Inoltre, TIM si è impegnata a mantenere a zero i costi di attivazione e qualli di disattivazione.

    L'AGCOM, in seguito a questa richiesta di TIM, ha aperto una veloce consultazione pubblica che si è chiusa nei giorni scorsi.

    Telefonia fissa: il rame scende sotto il 50%. TIM regina delle linee lente
    Vai all'approfondimento

    ADSL gratis: che vantaggio ne trae TIM?
    Quali sono i motivi del gentile "cadeau" di TIM alla propria utenza voce? Il documento di consultazione dell'AGCOM parla chiaro: "L’iniziativa è da intendersi come una misura volontariamente adottata da TIM, al fine di favorire l’inclusione digitale delle fasce di utenza più deboli". Una sorta di intervento di Corporate Social Responsability che interessa mezzo milione di linee.

    Secondo la richiesta ufficiale di TIM l'idea dell'attivazione della ADSL gratis sarebbe nata "in considerazione del perdurare dello stato di emergenza connesso al contenimento del contagio da covid-19, al fine di ampliare le opportunità di partecipazione alla vita sociale ed economica attraverso la didattica e il lavoro a distanza anche alle fasce di utenza meritevoli di speciale tutela".

    OK, questa può essere la giustificazione politica dell'iniziativa, ma certamente non è tutto qua. Sicuramente un'operazione di questo tipo per TIM ha un valore di "retention", di contenimento dell'esodo di clienti dalla telefonia fissa: sempre più spesso gli utenti, anche se anziani, e soprattutto se non così interessati a un collegamento fisso a Internet, passano al solo cellulare, con una delle tante offerte che costa ben meno dei 18,87 euro al mese (senza traffico incluso) che costa una linea voce tradizionale. Tanto è vero che il "tesoretto" di utenti vecchio stampo di TIM è appunto oramai rimasto sotto le 500mila unità.

    Potrebbe contare qualcosa anche la possibilità di vendere direttamente una bella montagna di modem, su cui certamente TIM guadagna quattrini. In definitiva, se proprio dovessimo dire, ci sembrerebbe strano che un utente che nel 2020 ha una linea solo voce sia sufficientemente esperto in informatica e reti per andarsene in autonomia a prendere un modem in negozio, con il rischio che poi non funzioni correttamente (magari solo perché non sa configurarlo).

    E poi c'è il fatto di ridare smalto agli occhi di azionisti, creditori, Governo e mercato alla rete in rame, prima che si scopra, più di quanto non sia già chiaro, che si tratta di un asset senza più valore se non quello degli scavi dove il rame corre: abilitare gli ultimi Italiani senza Internet fissa ad avere un collegamento potrebbe essere visto come un motivo valido per riservare una rilevanza se non economica, almeno politica, alla rete in rame.

    E i concorrenti di TIM finiscono fuori mercato
    Infine c'è un ulteriore fattore: una ADSL a zero euro manda fuori mercato gli altri gestori che, per offrire una simile connettività devono comperare il transito sulla rete rame a prezzi all'ingrosso che sono tutt'altro che trascurabili. Tanto che i gestori concorrenti non è che siano molto contenti di attivare una linea ADSL già oggi: certo, acquisiscono un cliente in più, ma spesso si trovano ad operare in perdita o comunque con margini non interessanti.

    Tanto è vero che l'Authority nel documento di consultazione pubblica si è già espressa chiaramente in questo senso, certificando che "Il canone retail per l’offerta “Voce” (18,87 € I.I. pari a 15,47 € I.E.), unitamente ai ricavi aggiuntavi da traffico telefonico, non garantiscono la presenza di un margine economico per la contestuale fornitura del servizio ADSL"

    In pratica secondo l'Authority non è possibile per un altro gestore provare ad allestire un'offerta voce più ADSL profittevole a 18,87 euro al mese, restando fissi i prezzi all'ingrosso praticati da TIM per l'utilizzo della rete di rame. Per rendere l'offerta "replicabile", condizione chiave per l'approvazione del piano, TIM dovrebbe azzerare i contributi richiesti agli altri gestori per l'attivazione del servizio e più che dimezzare il canone. Cosa che ovviamente TIM non potrà fare in maniera indscriminata, perché questo corrisponderebbe a un ingente danno economico secco rispetto ai ricavi attuali dalle vendite all'ingrosso di linee ADSL. E pensare invece a un listino all'ingrosso differenziato per questa platea di clienti solo voce, parrebbe alquanto complicato, anche perché si tratta di un'anagrafe di clienti che è in mano a TIM ma non ai competitor. Insomma, un pasticcio.

    Un pasticcio che potrebbe essere funzionale anche solo a mantenere quei 18,87 euro a quel livello: i tempi sembrano decisamente maturi, stante anche la concorrenza mobile, per un abbassamento radicale del costo del servizio universale in rame, che viene erogato su una rete oramai del tutto ammortizzata e che non può costare il triplo di una linea mobile. Aggiungendo questo "upgrade" non richiesto forse TIM spera - ma è una nostra illazione - di riuscire ad arginare le spinte verso la riconsiderazione del canone base.

    Il paradosso dei già clienti: quelli vanno avanti a pagare il servizio
    Ma il maggior paradosso è quello che si creerebbe per i tanti clienti attuali ADSL, di TIM e degli altri gestori. Qui non si parla di numeri piccoli ma del 47,2% delle linee di collegamento a Internet in Italia, secondo il recente Osservatorio sulle Comunicazioni della stessa AGCOM.

    Ebbene, questi clienti continuerebbero a pagare il prezzo pieno, senza sconti né facilitazioni, mentre i 500mila beneficiati avrebbero la connettività ADSL gratuita, solo in virtù del fatto di non averla mai richiesta prima.

    E non si pensi alla furbata all'italiana: i beneficiari del progetto TIM sarebbero solo coloro che avevano la linea solo voce al 15 maggio scorso. Attivarla ora o disdire quella vecchia per attivarne una nuova, non vale.

    Insomma, un'asimmetria decisamente inaccettabile, anche in considerazione del fatto che non c'è alcuna garanzia che le linee solo voce siano attualmente attivate a famiglie disagiate; ma più probabilmente sono intestate a famiglie semplicemente non interessate; certamente di età un po' avanzata, ma il cui potere d'acquisto può essere di qualsiasi tipo. Anche perché una famiglia indigente difficilmente resta con una linea telefonica fissa a quasi 20 euro al mese più traffico, quando con 6-8 euro può avere una linea cellulare (che comunque probabilmente già ha) con traffico voce infinito e anche un cospicuo pacchetto di GB di traffico Internet.

    A questo punto restiamo in attesa di capire che succederà a valle della consultazione. L'Authority ha appena iniziato una nuova consiliatura ed è in attesa della nomina di un presidente e come tale potrebbe essere in quella fase di passaggio in cui le responsabilità condivise finiscono per non essere di nessuno. La TIM di Luigi Gubitosi ha dimostrato di sapersi muovere alla grande nei palazzi romani, meglio di quanto non accadesse nella gestione precedente; e questo potrebbe preludere a vedere le proposte di TIM accolte.

    Noi, con l'approccio un po' naif del buon padre di famiglia, abbiamo imparato nel tempo a diffidare di chiunque ci voglia regalare qualche cosa, soprattutto se si tratta di una telco: chiediamo scusa in anticipo se i nostri sospetti dovessero rivelarsi alimentati da puri pregiudizi.
    Ultima modifica 26-07-2020, 12:20.
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